La trasmissione del virus per via aerea non è mai stata provata scientificamente rendendo ogni altra scoperta irrilevante
La gente in tutto il mondo viene spinta a vivere in uno stato di oppressione, alla malattia e alla morte, non per via di una qualche infezione virale ma a causa di una “pseudo scienza” non scientifica. Uno studio pubblicato nella rivista Nature dell’aprile del 2020 che riporta che indossare le mascherine può rallentare la diffusione del virus, è un esempio di tale inganno. Mentre mostrerò che gli autori di questo articolo fanno ripetutamente affermazioni non sostenibili e anche che i dati presentano dubbi sulla metodologia usata. Apparentemente, i peer reviewers (revisionisti) della rivista Nature non hanno notato queste evidenti contraddizioni. Diamo un’occhiata in dettaglio alle dichiarazioni e alle rivendicazioni (in corsivo) contenute in questo documento.
“Abbiamo constatato che la maggior parte dei partecipanti con il virus dell’influenza e il Coronavirus non l’hanno diffuso tramite droplets (goccioline prodotte da tosse e starnuti da parte di individui infetti) o aerosols.”
Questa affermazione implica che gli autori hanno cercato e rilevato dei virus in alcune droplets e nell’aria (ma solo in una minoranza dei loro pazienti che erano malati). È noto a tutti che l’unico modo per dimostrare la presenza di un virus in un campione, è quello di vedere effettivamente il virus con un microscopio elettronico. Non c’è menzione sul fatto che tale microscopia sia stata fatta per un qualsiasi campione. Quando affermano di rilevare il virus, significa che il test PCR, che rileva i frammenti del materiale genetico, risultata positivo. Tuttavia, da nessuna parte nella letteratura medica esiste una prova che il materiale genetico provenga da un qualsiasi nuovo virus.
“Un’altra limitazione è che non abbiamo potuto rilevare il Coronavirus o Rinovirus nel respiro espirato.”
Il pretesto per un obbligo della mascherina è che impedisce la trasmissione della malattia per via aerea. Né in questo studio, né in nessun altro studio che abbiamo visto, viene dimostrata scientificamente la trasmissione delle malattie attraverso il respiro espirato. E, sorprendentemente, questi autori ammettono che non hanno nemmeno tentato di dimostrare tale trasmissione per via aerea. Ciò che è ancora più sorprendente, è che questo studio viene utilizzato come prova per dimostrare che indossare le mascherine sia un metodo efficace per prevenire o abbassare l’incidenza della trasmissione della malattia. Se la trasmissione attraverso il respiro non può essere dimostrata, tutte le altre scoperte in questo studio sono rese irrilevanti.
“Dopo che uno dei virus respiratori è stato rilevato dal tampone nasale, tutti i campioni dello stesso partecipante (tampone nasale, tampone della gola, gocce respiratorie e aerosol) sono stati testati con uno specifico RT-PCR test per determinarne la concentrazione nei campioni. Il virus dell’influenza infettiva è stato identificato nella coltivazione virale che utilizza cellule MDCK, come descritto in precedenza, mentre per i Coronavirus e i Rinovirus, la coltivazione virale non è stata eseguita.”
Queste sono le conclusioni più fuorvianti dell’intero studio e c’è bisogno di un attento esame e spiegazione. In primo luogo, affermano che il metodo che hanno usato per rilevare la presenza del virus è il test RT-PCR, che, come ho detto, non rileva affatto il virus ma materiale genetico che assumono che provenga dal virus in questione.
Dicono che con il virus dell’influenza hanno tentato di confermare l’accuratezza dei test RT-PCR con “coltivazioni virali”. La coltivazione virale è già di per sé un processo ingannevole, che non approfondisco qui, ma supponiamo che sia un “Gold Standard” per rilevare la presenza dei “virus vivi”. In altre parole, sarebbe simile al fare una coltivazione di streptococchi per qualcuno con mal di gola. Se il test con la cultura virale fosse positivo, si avrebbe la prova che lo streptococco è presente (tuttavia, la presenza dei batteri non dimostra la causalità). Questa “cultura positiva” consente di verificare la precisione del test rapido per streptococco, che rileva solo pezzi di streptococchi o anticorpi per streptococco, quindi conferma la validità del test surrogato.
Innanzitutto, gli autori dello studio ammettono che non hanno coltivato il Coronavirus affermando di aver usato delle gocce trovate sulla mascherina di 4 partecipanti su 6 che sono stati testati positivi con il test PCR per l’influenza. Inoltre, con questi quattro partecipanti, un numero molto piccolo per essere sicuro, hanno deciso di fare un ulteriore controllo interno sull’accuratezza dei loro test PCR. Quello che hanno scoperto è che solo due persone sono risultate positive. Anche usando le proprie ipotesi erronee sulla coltivazione virale, questa scoperta dimostra che il test PCR da falsi positivi per il 50% delle volte. Per dirlo in parole povere, ciò che “hanno dimostrato”, è che il test che hanno usato per determinare se una mascherina sia effettiva nel fermare la diffusione di un Coronavirus, non era più preciso di un lancio di moneta. Per la meta delle volte un test positivo (per virus dell’influenza) non è corretto e non vi è alcuna presenza di un virus.
In un mondo sano, la conclusione di questo studio avrebbe dovuto essere: “I nostri dati dimostrano che il test PCR o RT-PCR è un metodo inaccurato per rilevare il virus e quindi per determinare l’utilità delle mascherine per interrompere la diffusione di un virus”. Avrebbero anche dovuto esaminare studi più dettagliati e controllati per determinare se il test PCR ha un utilità (non ne ha).
La maggior parte delle persone comuni e la maggior parte dei medici non ha idea di come interpretare questo studio per poterne determinare la validità. La maggior parte della gente legge solo l’astratto o la conclusione, o, peggio ancora, il titolo di un articolo, credendo a quello che affermano gli autori. Questo è il problema. A meno che qualcuno non aiuti la gente a capire esattamente ciò che dimostrano questi studi e ne espone la natura ingannevole di gran parte di questa intera impresa scientifica (peer-reviewed), la maggior parte delle persone continuerà a condurre un sentiero che potrebbe essere disastroso personalmente e per l’intera società.