Punto 1: La scoperta di nuovi sintomi sconosciuti
Supponiamo che una nuova malattia precedentemente sconosciuta faccia gonfiare prima i lobi delle orecchie e che poi diventino blu per finire con la perdita dell’udito. In altre parole, dei sintomi completamente nuovi che probabilmente non esistevano prima e che potrebbero richiedere un tipo di trattamento completamente nuovo. Supponiamo inoltre che questa “malattia dalle orecchie blu” (MOB) non si verifichi occasionalmente ma che colpisca regolarmente interi distretti, scuole o dipendenti di un’azienda – si manifesta a ondate e si accumula, anche tra le persone che hanno avuto contatti tra di loro.
Se il sintomo fosse già noto, non ci sarebbe fondamentalmente alcun motivo per cercare nuove cause. Solo quando le cause note sono state esaminate attentamente – senza successo – e scartate, si può considerare la possibilità che si tratti di una causa della malattia completamente nuova e precedentemente sconosciuta.
Punto 2: Anamnesi completa
In questo esempio si assume che i sintomi fossero precedentemente sconosciuti. La prima cosa da fare è verificare quali fattori individuali potrebbero avere causato la malattia e se esistono fattori comuni in tutte le persone affette. Hanno per esempio bevuto la stessa acqua, mangiato la stessa frutta, fatto la spesa presso lo stesso negozio, usato lo stesso dentifricio, mangiato lo stesso cibo in scatola di un certo produttore, hanno usato lo stesso prodotto per laccare il legno, vanno dallo stesso parrucchiere, hanno lo stesso cellulare o telefono DECT (telefono fisso senza fili), solo le donne o solo gli uomini ne sono affetti, solo una certa fascia di età, solo un certo gruppo etnico, eccetera.
Sia i fattori psicosomatici che esposizioni a tossicità (sostanze tossiche, elettrosmog eccetera) come anche altri fattori che causano le malattie, devono venire esaminati attentamente. Solo nel caso la ricerca delle altre cause non dovesse avere successo, si potrebbe iniziare con la ricerca di agenti patogeni.
Perché se si iniziasse a cercare la causa negli agenti patogeni, l’onnipresente panico del virus prenderebbe il sopravvento e si correrebbe il rischio che gli altri fattori essenziali, vengano semplicemente trascurati.
Punto 3: Identificazione ottica
Supponiamo di non avere trovato il fattore comune attraverso un’accurata anamnesi. Dato che una parte degli ammalati hanno avuto contatto tra di loro, si trovano dei tipi di patogeni precedentemente sconosciuti o ben noti ma appena mutati.
Poiché anche una persona totalmente sana contiene più batteri e virus in se stessa che proprie cellule corporee, sarebbe un po’ come cercare un ago in un pagliaio. È ora possibile cercare microrganismi con il microscopio e il microscopio elettronico che non sono ancora conosciuti. Ma non ci sono così tante forme diverse. Una varietà di batteri e virus non differiscono l’uno dall’altro morfologicamente (dalla forma).
Ma supponiamo che sia facile trovare dei nuovi agenti patogeni per via del fatto che hanno una forma completamente nuova, cioè quella di un ingranaggio, e che li si trovi regolarmente esaminando con il microscopio i campioni di casi di MOB (Malattia delle Orecchie Blu).
Punto 4: Isolamento Virale
Il quarto punto è la purificazione (Hochaufreinigung) di questo virus precedentemente sconosciuto. Alcune persone chiamano il processo anche “isolamento virale” ma il significato del termine non è chiaro e spesso l’identificazione ottica tramite microscopio di un microrganismo, viene descritta usando gli stessi termini.
Con diversi metodi, come per esempio dei filtri e “l’ultra centrifugazione”, il nuovo virus vine ora separato passo dopo passo da tutte le altre particelle, finché alla fine solo il virus e nient’altro rimane nella provetta. Questa purificazione, isolamento da tutto ciò che non è virus, deve essere documentata, ed infine, il virus isolato deve venire fotografato con il microscopio elettronico.
IMPORTANTE: se la separazione di tutte le particelle non ha avuto successo, questo potrà falsificare completamente i risultati dei seguenti punti!
Punto 5: Stabilire le proprietà biochimiche
Un volta identificato il virus si può passare alla determinazione delle proprietà biochimiche: da che cosa è esattamente composto il guscio, da quali proteine è composto il “pecking” sul guscio e che DNA si trova all’interno del guscio? Dato che il virus è stato isolato si può essere certi che tutto ciò che si trova nella prova provenga da questo specifico virus e nient’altro. Ogni piccola contaminazione del campione può risultare in una valutazione errata delle proprietà biochimiche del virus!
Punto 6: Caratterizzazione
Se si è stati in grado di determinare la composizione biochimica del virus purificato, si può procedere con le analisi dei componenti della guaina o delle sequenze di geni tipiche di questo nuovo virus che non sono presenti in altri batteri, virus o cellule umane. Questo non è così facile, perché una parte del genoma umano è identica al genoma virale, e anche nella produzione dei picchi, il virus attinge alle risorse di una cellula umana – dopotutto, si riproduce esclusivamente all’interno di tale cella!
Punto 7: Calibrazione dei test diagnostici da laboratorio
Ora, se si è stati in grado di isolare e caratterizzare il virus si possono impostare i valori per il PCR-Test in modo da rilevare esclusivamente determinate caratteristiche uniche. Se si ha avuto successo, si può dire di avere a disposizione un dispositivo di misurazione affidabile per rilevare la presenza di un determinato virus.
IMPORTANTE: i risultati di questi test di laboratorio sono validi unicamente se il punto 4, 5 e 6 sono stati completati con successo!
Punto 8: Adempimento del primo postulato di Koch
Il primo postulato di Koch richiede che l’agente patogeno si trovi solo in un malato, ma mai in una persona sana. Se ciò si verifica si può dedurre che ci sia una chiara relazione tra la malattia e il virus. Se questa relazione sia causale o se entrambi sono solo la conseguenza comune di un’altra causa, non è ancora stato chiarito. Tuttavia, se si rileva il nuovo virus in molte persone sane e in persone affette dalla “MOB”, il contesto causale non è chiaro e si dovrebbe tornare al punto 2.
Punto 9: Adempimento del secondo postulato di Koch
Il secondo postulato richiede che un agente patogeno debba essere in grado di moltiplicarsi. Poiché questo non può venire verificato così facilmente all’interno del corpo umano, si fa uso di una coltura cellulare nella Piastra di Petri e si sperimenta fino a quando queste cellule riproducono un virus.
Punto 10: Adempimento del terzo postulato di Koch
Il terzo postulato secondo Robert Koch richiede che se l’agente patogeno viene introdotto in un organismo sano comprovato, causa esattamente la stessa malattia (Malattia delle Orecchie Blu) che avevano i pazienti da cui sono stati rilevati i virus originariamente. Se ciò non accade, bisogna tornare al punto 2 e bisogna iniziare le indagini da zero.
Forse si tratta di un cosiddetto “virus endogeno” che le cellule del corpo producono come risultato di un fattore di stress che agisce sull’organismo.
Un elemento essenziale di questo decimo passo è l’uso di gruppi di controllo che vengono trattati esattamente nello stesso modo ma che vengono esposti a microrganismi innocui. Le sostanze di prova devono essere identiche fino al microbo.
I ricercatori che svolgono gli esperimenti non devono sapere quale persona o animale sperimentale appartiene al gruppo di test effettivo o al gruppo di controllo.
Solo in questo modo è possibile prevenire un’influenza consapevole o inconscia sul risultato. L’omissione di un gruppo di controllo è una prova di possibile manipolazione del risultato da parte degli ufficiali di studio.
Punto 11: Documentazione e conferma
Inoltre, ovviamente, l’adempimento di ogni punto deve essere documentato pubblicamente in modo che altri ricercatori possano comprendere i rispettivi esperimenti e passaggi accuratamente. Solo quando i tentativi possono essere riprodotti in qualsiasi momento da altri scienziati (indipendenti), si possono avere le prove dell’esistenza dei virus. Solo in quel caso potrebbe avere senso sviluppare droghe antivirali o persino dei vaccini.
Se i 10 punti non sono comprensibili da altri ricercatori, bisogna ricominciare da capo o dal punto 2.
Va notato che il microscopio elettronico fu reso disponibile in commercio solo nel 1939, anni in cui poteva venire ordinato presso i primi istituti scientifici della Siemens a Berlino. Ciò significa che una conferma ottica dell’esistenza dei virus e della versione sperimentale/teorica di tale ipotesi tramite microscopio elettronico, è possibile solo a partire dal 1935. Bisogna anche tenere conto che le numerose presunte “prove dell’esistenza dei virus” risalgono ai decenni prima (Polio: 1908, Morbillo: 1911).
Fonte: Die Seuchen-Erfinder – Hans Tolzin
1 point to prove the existence of viruses – Dean M. Jackson
Culture a non-infected cell line and watch what transpires. If cellular particles emerge from the cultured cell line, then viruses are proven to not exist.